Giardino Cinese
Singolari ‘teatrini delle curiosità’ in cui architetture impalpabili si fondono a raffinate velature cromatiche e a schizzi che rimandano a citazioni tratte dalla personale enciclopedia interiore dell’artista. Un modo di costruire un universo visivo con uno stile che, superando decisamente la fenomenologia del reale, approda ad una dimensione psicologica. Una lettura onirica del mondo, dove lo sguardo di chi osserva è quasi obbligato ad un costante movimento ottico che lo porta a cogliere l’insistente presenza di una serie di piani che sfidano la prospettiva euclidea e il senso di terrena gravità.